Il periodo di quarantena che stiamo subendo ha catapultato molte di noi verso una quotidianità domestica che sta modificando la normalità della vita di milioni di persone, e questo ha sicuramente influenzato le nostre scelte anche sugli abiti che indossiamo.

Così andò anche dopo la Seconda Guerra Mondiale quando Christian Dior nel 1947 introdusse il “New Look”

Eravamo in piena guerra mondiale e molte donne si ritrovarono a lavorare come operaie nelle fabbriche, costrette a sostituire i loro mariti impegnati al fronte.

Fu necessario accantonare momentaneamente le gonne, fino ad allora indumento solitamente indossato, a favore dei pantaloni la cui praticità veniva apprezzata ogni giorno di più.

Non lo abbiamo più abbandonato, tanto che ancora oggi, il pantalone, in tutte le declinazioni possibili, risulta in assoluto il Must have irrinunciabile del guardaroba femminile

Quando la crisi attuale si risolverà e noi tutte potremo finalmente uscire di nuovo nel mondo, questo nuovo Gym Outifit che abbiamo adottato durante le nostre lunghe giornate di lavoro forzato in Smart Work potrà, come allora, coesistere con una rinnovata gioia per un abbigliamento più libero.

La diffusione del GYM OUTFIT, in tutte le declinazioni dello stile non è una novità, e noi da sempre abbiamo scommesso nel mondo ATHLEISURE.

I nuovi comportamenti imposti dalla pandemia Covid-19 potrebbero accelerare e rendere permanente un fenomeno che era già in atto da sempre, quello di modificare il nostro modo di vestire a seconda delle epoche vissute con tutti i problemi e le contraddizioni di ogni cambiamento sociale ad esse connesso.

Magari sono acquisti dettati da una necessità temporanea, o magari i pantaloni per lavorare, che noi spesso li definiamo “della tuta” sono come quelli delle donne durante la seconda Guerra Mondiale: sono qui per restare e potremmo vederli di più al lavoro come nel tempo libero, una volta tornati alla normalità.

G.M

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